Con una Circolare del 3 marzo 2025, Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), indirizzata ad ANCI, UTILITALIA, Consorzio Italiano Compositori, Consorzio Italiano Biogas, ASSOAMBIENTE, CONFINDUSTRIA-CISAMBIENTE, ha voluto fornire alcune istruzioni operative per la gestione dei rifiuti da sfalci e potature, soprattutto presso i Centri Comunali di Raccolta – Ecocentri.
La necessità della Circolare è emersa a seguito della modifica dell’allegato L-quinquies del D.lgs. n. 152/2006, introdotta con la definitiva conversione del Decreto-legge n. 153 del 17 ottobre 2024 (“Dl Ambiente”) ad opera della Legge n. 191 del 13 dicembre 2024.
Infatti, tale modifica consente di non fare distinzione tra rifiuti della manutenzione del verde pubblico e privato. Con tutto ciò che potrebbe conseguire se non ci fossero, così come non ci sono, i paletti dell’assimilazione qualitativa e quantitativa dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, oggi non più in piedi dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 116/2020.
Allora, ecco venire in soccorso la Circolare del Mase del 3 marzo 2025 che , in un passaggio, così testualmente recita: “Con riferimento alla gestione operativa dei rifiuti da sfalci e potature presso i Centri di Raccolta (CdR), si precisa che il fatto che i rifiuti della manutenzione del verde privato che derivano da attività professionali siano considerati urbani, non implica automaticamente la possibilità di conferirli presso gli ecocentri senza alcuna limitazione di accesso.“
E continua: “La norma prevede infatti che, nell’ambito delle competenze di cui all’art. 198 comma 2 del D.lgs. n. 152/2006, gli Enti di governo d’ambito territoriale ottimale, ove costituiti e operanti, ovvero i Comuni, disciplinino l’organizzazione e la gestione dei CdR, ivi incluse le tipologie di rifiuti conferibili e le condizioni di accesso da parte delle utenze. Di conseguenza, attraverso appositi regolamenti, i Comuni e gli Enti di Governo d’Ambito possono regolamentare le modalità di raccolta di questi flussi e prevedere specifiche limitazioni di accesso ai CdR da parte delle utenze non domestiche.“
Ma non solo!
“I regolamenti (comunali o d’ambito) possono stabilire, in funzione dell’adeguatezza dei propri CdR in termini di spazio e attrezzature, specifiche giornate e orari di conferimento per i rifiuti del verde privato, definire le caratteristiche e limitare le quantità conferibili per singola utenza, arrivando finanche a non prevedere l’accesso di tali flussi laddove i CdR non dispongano di spazi e attrezzature adeguati. Queste misure sono pensate per ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani e garantire il corretto funzionamento delle infrastrutture comunali.“
Aspetto rilevante è che la Circolare si spinge addirittura a prevedere che “Le utenze non domestiche potrebbero essere soggette a regolamentazioni più stringenti, come il pagamento di tariffe aggiuntive legate alla necessità di mettere a disposizione un servizio dedicato (es. volumetrie aggiuntive, orari dedicati ecc.), o la necessità di dimostrare che il rifiuto conferito provenga da un’attività svolta all’interno del territorio comunale di riferimento del CdR a cui viene conferito il rifiuto.“
E’ chiaro, quindi, che il quadro normativo di riferimento a seguito di queste modifiche imponga, al fine di adottare la scelta ottimale, “una valutazione dei possibili flussi incrementali derivanti dall’applicazione della nuova norma e la predisposizione di modifiche ad hoc del Regolamento (comunale o d’ambito) finalizzate a massimizzare la valorizzazione dei flussi preservando l’efficienza organizzativa del servizio“.
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